Scarface

Scarface, come se la vita vivesse un remake, dalla immigrazione cubana, arrivare a comandare tutta la terra americana. Con il carattere del capo, io ci sono nato e da piccoli crimini, si arriva a comandare i popoli. Quando all’apice di tutto ti appare la scritta “il mondo é vostro”, tutto ti sembra possibile perfino parlare al Padre Nostro. Poi ti rendi conto che sei solo, non ti fidi di nessuno neanche in volo, farai la fine di un cubano e non sarai mai americano.

Serpico

Serpico ha fatto sempre il suo dovere, lui diceva : “il poliziotto é il mio mestiere”. Lo faccio con onestà e con dignità, il mio lavoro non può nascondere la verità. Purtroppo mi scontro con i miei colleghi corrotti, vogliono farmi entrare nei loro lotti. Ormai sono il loro nemico, devo stare attento a quello che dico, nessuno mi copre le spalle, il sistema é corrotto a monte, non a valle. Quello che ho passato nessuno lo può immaginare, ma il mio lavoro, la gente non può ingannare.

Di nuovo in Strada

Di nuovo in strada, un vecchio leone nel suo quartiere, su una fermata. Questi giovani non li riconosco, ma vogliono prendere tutti il mio posto. Il mio quartiere non esiste piú, ormai é in mano a chi, non lo so e tu ? Voglio solo ricostruirmi una vita e non c’é bisogno che sia ardita, l’istinto é rimasto, come fosse un vecchio guasto. La mia speranza é ricominciare non da dove ho lasciato, perché finirei male, voglio un’altra possibilità e la mia strada me la concederà.

Che te lo dico a fare

Che te lo dico a fare, questa vita non va poi male, potrebbe andare meglio, ma a cosa servirebbe se poi non sbaglio. Che te lo dico a fare l’amore é andato a mare, lo si rincorre per poi farsi male, lo si allontana per poterlo ricordare. Che te lo dico a fare il lavoro é indigesto, ma ormai purtroppo é questo, lo si fa con onore, prima era solo passione. Che te lo dico a fare io sono sempre uguale, c’é chi dice che é normale, io invece non lo ritengo banale, se al passaggio del tempo io sono l’unico a non cambiare.

Soldi e paura mai avuti

Soldi e paura mai avuti, invece tanti amici, tutti perduti, eravamo un banda, a nessuno di noi si comanda. Adesso tutto é cambiato, eppure io mi sento un fortunato, perché tutti insieme eravamo liberi, nessuno di noi accettava rimproveri. Noi soldi e paura mai avuti, ma la nostra forza era l’unione, una volta conosciuti, la libertá era la nostra identità, appartenevamo ad un’altra umanità.

La verità rende liberi

La verità rende liberi, per trovare nuovi stimoli, togliersi dalle spalle un fardello, lasciarsi indietro un castello. Un castello fatto di bugie, tradimenti e infamitá, per recuperare la nostra dignità, non si può ricominciare, se i conti in sospeso ti vengono a cercare. La verità é lì che ti aspetta, non esitare la scelta é netta, é la libertà il premio, la tua vita é un gioco serio.

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L’Inizio della Fine

L’inizio della fine é quando al sogno della banda non si é più incline, quando ognuno pensa a sé e non ci si difende più, ma perché ? Perché la banda é fatta di pezzi e anche se non si é perfetti, ci si fida l’uno dell’altro, l’amicizia é un valore alto. Si perdono i pezzi uno ad uno, non gliene frega più a nessuno, solo il vero capo si sentirá distrutto, perché ormai è finito tutto.

Sporcarsi le mani

Sporcarsi le mani, su questo io non ho uguali, tu invece deleghi altri, per le faccende in cui dovresti immedesimarti. Non hai la concezione della banda, allora chi ti manda? Il tuo riscatto é nel dire io l’ho fatto, invece tergiversi, capisci noi siamo diversi. Sporcarsi le mani, é ciò che ti chiediamo oggi, ma tu dici domani. Non c’è domani per chi non fa le cose con le sue mani.

Adesso Sai Chi Sei

Adesso sai chi sei, io non rimpiangerei, sei quello, hai paura di un duello, ti guardi allo specchio, sai che potevi essere diverso. Non hai agito, quando in difficoltà era il tuo amico, per tutti sei quello che scappa, su di te c’é come una cappa, hai venduto il nostro sogno, solo per un tuo bisogno. Ecco chi sei, l’amico sulla cui lealtà non giurerei, non é forza, ma é debolezza, la tua gente adesso ti disprezza.

Lo stato che è stato

Lo stato che è stato non l’ho più ricordato, lo trovo invischiato, in fatti e interessi col privato. Non rispetta la costituzione, in nessuna condizione, non privilegia il popolo, ma solo ciò che gli fa comodo. Eppure lo stato dovrebbe essere il popolo al potere e la politica dovrebbe avere un solo dovere, servire la gente, che ormai vive senza niente.